Nella scorsa “pillola” abbiamo parlato della chiesa di S. Sisinnio come sede del Comitato Insurrezionale dei moti
intelvesi mazziniani del 1848; in realtà il territorio tra Argegno e Dizzasco è stato spettatore di diversi episodi
legati alla rivolta capeggiata da Andrea Brenta, a cominciare dallo scontro di Cavrano (presso Muronico).
Ebbene, anche la chiesa dei SS. Pietro e Paolo (come vedremo) ha voluto rendere omaggio al Risorgimento!
L’edificio (un tempo nominato solo come S. Pietro) ha un orientamento “ambiguo”, posto a 45° rispetto ai punti
cardinali, per cui è difficile postularne l’antichità e purtroppo la documentazione non ci aiuta.
Possiamo solo dire che alla fine del Cinquecento (visite pastorali) aveva già un campanile in torre staccato dalla
chiesa, presumibilmente dove sorge l’attuale, risultato di numerosi rimaneggiamenti anche abbastanza recenti.
In passato alcuni autori (me compreso!) hanno ipotizzato che il campanile potesse essere sorto sui resti di
un’antica torre tardoromana o altomedievale, vista anche la posizione.
Premesso che a volte i campanili hanno avuto anche la funzione di punti di vedetta, non è possibile ogni volta
affermare che siano sorti sulle basi di antichi manufatti romani o altomedievali in assenza di evidenze
archeologiche o documentarie; come per altri esempi della zona, bisogna dire che l’esistenza di una precedente
antica torre resta quasi sempre una semplice ipotesi.
Per motivi professionali ho avuto in passato a che fare con la Food and Drug Administation (FDA) quando
dovevo convalidare sistemi informatici nella multinazionale farmaceutica in cui lavoravo; i sui agenti hanno
come motto due slogan, il primo dei quali recita: “In God we trust… everybody else must show us data!” [“In
Dio noi confidiamo… chiunque altro ci deve mostrare i dati!”]; l’altro afferma: “What is not documented does
not exist!” [“Ciò che non è documentato non esiste!”]. Questo non significa che non possa esistere, ma che non si
può affermarne l’esistenza in mancanza di prove certe! La si può al massimo ipotizzare, ma MAI spacciare per
vera, come purtroppo hanno fatto spesso alcuni autori (me compreso!) anche nell’ambito della storia locale.
Ma torniamo alla nostra chiesa: per una descrizione del suo interno si rimanda alle guide artistico-turistiche.
Mi limito solo a indicare due paliotti in scagliola policroma firmati e datati da Giuseppe Molciani nel 1733 e nel
1757: sono pochissime le scagliole firmate e datate, per cui queste assumono un notevole spessore storico.
Altro particolare è quello fornito dal Ninguarda nella visita pastorale del 1593: sopra l’ingresso esisteva un “grò”
(una sorta di coro posto in controfacciata) “sopra la porta, in tavole”. In Valle Intelvi il Ninguarda ne nomina
altri due: quello della chiesa di S. Sisinnio sopra Argegno, fatto “in volta”, da cui alcuni fedeli assistono alla
messa essendo la chiesa troppo piccola; poi descrive quello dell’antica parrocchiale dei SS. Nazaro e Celso di
Scaria, “in volta pinto sopra et di sotto”.
Altra curiosità presente nella chiesa di Dizzasco è un dipinto… “patriottico” eseguito sulla volta: Gesù vi appare
con un abito… tricolore! Il rosso è quello della tunica, il verde compare nel mantello, mentre il bianco è
rappresentato da un risvolto di quest’ultimo.
Questo particolare è stato ben evidenziato da don Andra Straffi non molti anni fa, durante la presentazione degli
eccellenti restauri fatti eseguire dal parroco don Giovanni Meroni.