Durante il Medioevo e oltre ad Argegno è stata molto importante la famiglia dei de Castello, che prese nome dall’antico fortilizio che sovrastava il paese almeno dal XIII secolo.
Il Pietro Conti nelle sue Memorie storiche della Vall’Intelvi (1896) lo dice edificato nel 1270; tuttavia (come fa notare giustamente Donato Gregorio nel suo ottimo libro su Argegno del 2009) la sua costruzione dovrebbe essere retrodatata almeno di qualche decennio, in quanto i de Castello compaiono già in precedenti documenti. Purtroppo non è rimasta alcuna traccia visibile dell’antico maniero che permetta di indagarne la struttura architettonica.
Dalle mappe settecentesche sembra di poter collocare l’antico castello presso un poggio, raggiungibile tramite una ripida scalinata, posto leggermente più a valle rispetto ad alcuni edifici tardomedievali ancora esitenti. In occasione di interventi edilizi presso tale poggio, nel 1995 la soprintendenza archeologica ha eseguito alcuni sondaggi onde documentare eventuali antiche strutture residue: si sono rinvenuti sotto terra alcuni tratti di murature che potrebbero essere appartenute al castello medievale.
Sappiamo con certezza comunque che il fortilizio ospitava un piccolo oratorio dedicato a S.Giacomo, descritto in diverse visite pastorali.
In quella del 1593, il Ninguarda, guardando il suddetto oratorio dalla chiesa di S.Sisinnio (cioè dalla parte opposta della valle del Telo), lo dice posizionato “…in arce diruta uno ictu bombarde…” [“…in una rocca diroccata a un tiro di bombarda…”]; ciò significa che alla fine del Cinquecento il castello di Argegno era ormai in parte cadente.
La cappella di S.Giacomo, nominata già nel 1424, stando alle visite pastorali era orientata (altare a Est e facciata a Ovest) come tutte le chiese antiche ed era lunga 20 braccia (circa 12 metri), come la maggior parte degli oratori romanici della zona, formati in genere da due campate quadrate di 5-6 metri di lato (vedi per esempio il S.Bartolomeo a Ponna di Mezzo, il S.Vigilio a Rovio, il S.Pancrazio a Ramponio prima della rotazione a 90°).
Appena a monte del poggio dove sorgeva l’antico castello si trovano edifici tardomedievali trasformati in abitazioni private ma ancora ben conservati dai proprietari: uno di essi reca un portale in pietra a sesto acuto, che tuttavia (a causa dell’orientamento) non può essere l’antico ingresso dell’oratorio di S.Giacomo. Nello stesso edificio è presente anche una piccola finestra-feritoia che guarda verso l’Isola Comacina.
Il castello di Argegno funse da abitazione per i proprietari (che lo hanno occupato a lungo anche quando era già in parte diroccato), tuttavia è assai probabile che avesse anche una funzione militare, data la posizione dominate sul Centro Lario.
Alla fine del Seicento l’oratorio di S.Giacomo fu sconsacrato perché in condizioni pietose e a rischio di crollare (insieme ai resti del castello) a causa del terreno franoso. Nel secolo successivo il luogo fu del tutto abbandonato e le pietre recuperate per costruire muretti e terrazzamenti, facendo scomparire ogni traccia del vetusto fortilizio e dell’annesso oratorio.
Marco Lazzati